Se anche tu pensi che la durata del ciclo di studi di medicina sia uguale per tutti, ti sbagli di grosso! Sappiamo bene che il nostro ciclo di studi in medicina comprende come minimo sei anni per la laurea, più altri tre / cinque anni rispettivamente per il corso di MMG e la scuola di specialità, naturali e ormai inevitabili complementi alla laurea in medicina.
Senza contare poi gli eventuali anni fuori corso, o gli anni spesi da molti di noi per riprovare a passare l’esame di ammissione alla specialità, che non sempre si centra alla prima.
Cose che tutti sanno già al primo anno del corso di laurea. Quello che invece poche di noi (e volutamente mi riferisco alle colleghe appartenenti al gentil sesso) sanno, è proprio come percepiremo il passare del tempo.
Non mi sto addentrando in spinose questioni di fisica relativistica, ma sto riferendomi ad altro, ben più semplice: la nostra vita privata. Amori, desiderio di costruire una famiglia, un “nido” o semplicemente il desiderio di avere un bimbo.
Questo è quello che ti fa cambiare la percezione della durata degli studi, ed in particolare degli anni della specialità, che sembrano non finire mai, proprio quando un altro orologio, quello biologico, ticchetta dentro molte di noi, ci sussurra: “Sveglia, sbrigati, è arrivato il momento anche per te!”

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Maternità o specialità?
Questa è una domanda che una giovane dottoressa, neolaureata ed abilitata alla professione, non dovrebbe mai porsi.
E’ comprensibile e condivisibile la preoccupazione di dover percorrere due strade particolarmente impegnative nello stesso momento, e che si possa valutare in caso di gravidanza di interrompere il ciclo formativo anzitempo.
Ma la maternità non deve essere mai vissuta come una rinuncia, specie se si è consapevoli dei propri diritti, ed in particolare del fatto che:
- si verrà rispettate dal punto di vista economico,
- sarà concessa la possibilità di riduzione dell’orario per l’allattamento,
- il ritardo del conseguimento della specialità sarà solo di pochi mesi, tendenzialmente cinque.
La tutela della maternità per un medico specializzando
Per quelle colleghe che decideranno di intraprendere il “viaggio” della maternità durante un altro “viaggio”, cioè quello della specializzazione, è importante sapere che le tutele che avranno saranno tante e che potranno godere di un grosso sostegno per terminare il corso di formazione.
La legge prevede che una donna possa sospendere l’attività lavorativa per maternità per cinque mesi. Questi mesi possono essere distribuiti con la formula “2 + 3”, quindi due mesi prima della data presunta del parto e i tre mesi successivi, oppure nella formula “1+4”, quindi un mese prima e quattro dopo.
Questa seconda modalità deve essere sostenuta da un certificato del ginecologo che attesti che lo stato di salute di madre e nascituro siano adeguati a sostenere l’attività lavorativa un mese in più (cioè si lavora fino all’ottavo mese anziché fino al settimo).
In corso di specializzazione questo congedo di maternità (cinque mesi) prevede una lieve riduzione dello stipendio. Questo significa che verrà corrisposto solo la quota fissa dello stipendio, e non quello variabile. Per verificare quanto ammonti la parte fissa, basta esaminare un cedolino, dove si trovano distinte la quota fissa e la quota variabile.
Congedo parentale
Al rientro dalla maternità, qualora usufruiste anche della riduzione di orario per l’allattamento (fino al compimento dell’anno del neonato), vi verrà corrisposta anche una percentuale della quota variabile.
Se si volesse passare qualche mese in più in maternità, si può usufruire del congedo parentale che consente di allungare questo tempo di ulteriori sei mesi. Bisogna tenere a mente però una cosa molto importante: il tempo massimo in cui ci si può allontanare dal percorso formativo è dodici mesi.
Se si supera questa soglia la borsa (e quindi lo stipendio) viene sospesa. La richiesta di questo congedo parentale deve essere inoltrata all’Ufficio Scuole di Specializzazione Mediche con un preavviso non inferiore a cinque giorni.
Naturalmente, tutto il periodo del congedo (che abbiamo visto essere almeno di cinque mesi) andrà recuperato a fine percorso. Quindi se la fine della specializzazione era prevista ad esempio a luglio, si sposterà a dicembre.
L’interdizione anticipata
Nei casi in cui per motivi lavorativi o di salute sia prevista “l’interdizione anticipata”, non sarà possibile scegliere tra le formule “2+3” o “1+4,” ma sarà in automatico utilizzata la standard “2+3”. Quando ci troviamo di fronte a questa “interdizione anticipata”?
Essenzialmente quando la specializzanda avverte complicanze della gestazione; oppure quando esistono condizioni (di lavoro o ambientali) ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino. Per ultimo, in caso di impossibilità di spostare il medico in formazione ad altre attività formative (artt. 7 e 12 del D.Lgs. 151/2001).
Il sostegno in caso di due gravidanze di un medico specializzando
E se le gravidanze fossero due? Che fare se l’utilizzo dei mesi utilizzati dalla prima gravidanza non consentano di avere altri cinque mesi (quelli obbligatori) stipendiati?
Niente panico.
L’Enpam ci viene incontro, garantendo un’indennità economica che andrà a coprire i due mesi precedenti il parto e i tre mesi successivi (https://www.enpam.it/comefareper/genitorialita/maternita#requisiti). Si effettuerà la sospensione della borsa, con successivo recupero, ma con il sostegno economico previsto dal nostro ente di previdenza.
Libere di essere mamme
Consiglio ad ogni collega di informarsi presso il proprio ateneo di appartenenza di tutte le procedure per richiedere la maternità, così da avere ben chiare le tempistiche, le scadenze e le “carte necessarie”.
In linea di massima, ricordatevi che la prima cosa da fare è comunicare il proprio stato di gravidanza al Direttore dell’Unità Operativa/struttura dell’Azienda Sanitaria dove si sta svolgendo l’attività formativa, al Direttore della Scuola di Specializzazione di appartenenza, e all’Ufficio Scuole di Specializzazione Mediche, inviando il certificato medico attestante lo stato di gravidanza e la data presunta del parto.
Per il resto, sappiate che diventare genitore non farà di voi un “medico peggiore”, ma solo una “persona migliore”. Non lasciatevi influenzare da chi vi giudicherebbe per questa scelta (per nessuno intendo nessuno), ma ricordate sempre che siete MEDICI ABITILITATI ALLA PROFESSIONE, adulti. Liberi di scegliere di essere quante più cose vogliate essere (medico, madre, padre, studente, moglie/marito, compagna/o, coppia o single).
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Dott.ssa Valentina Di Vincenzo

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