Quale specializzazione scegliere? E’ questo il dubbio principale e il momento cruciale per la maggior parte dei neolaureati in Medicina e Chirurgia.
Per la scelta della scuola di specializzazione è indispensabile avere le idee ben chiare, non solo sotto il profilo delle vocazioni personali, ma anche sotto quello delle richieste da parte del mondo del lavoro.
E, cifre dei prossimi pensionamenti alla mano, capiamo anche il perché.
Chi invece vuole passare subito al sodo e vedere quanto guadagnerà da specializzando, consigliamo di leggere questo articolo.
Se stai leggendo questo articolo, probabilmente avrai ancora dei dubbi su quale sia la strada giusta per te.
Qui troverai tutte le informazioni utili e i dati per una scelta consapevole.
Quale specializzazione scegliere? La situazione in Italia
In Italia, le scuole di specializzazione sono complessivamente cinquantasei. Dunque, non sono poche le aree di specializzazione che si aprono per un neolaureato in Medicina.
Il dubbio circa quale specializzazione scegliere non si pone solo in relazione all’ampio ventaglio di offerte, ma, vocazione a parte, dipende anche da numerose altre considerazioni.
Le aspettative professionali e personali vengono spesso mortificate dalla realtà dell’accesso alle scuole di specializzazione: risultano, infatti, insufficienti i contratti per la specialità messi a concorso sia dalle Regioni, sia dal Ministero. Si verifica, in questo modo, il cosiddetto “imbuto formativo”.
Il tasso di occupazione dei giovani medici
Quanto detto viene confermato guardando al tasso di occupazione dei giovani medici. Questo, infatti, pur attestandosi ad un valore pari al 93,8%, evidenzia come le possibilità di inserimento in un contesto lavorativo non siano affatto uguali per tutti i medici una volta terminato il percorso di specialità.
Questa complessa realtà è alla base della scelta di molti neolaureati di confrontare tra loro le specialità che evidenzieranno, in futuro, la più elevata carenza di professionisti e, quindi, la più elevata probabilità di ottenere un impiego una volta concluso il percorso di specialità.
Sul piano retributivo, invece, I dati della XX Indagine di Almalaurea hanno confermato che le opportunità lavorative e retributive dei laureati in medicina quasi eguagliano quelle dei laureati in ingegneria. E queste analisi sono state effettuate dopo cinque anni dal conseguimento del titolo.
Le specializzazioni mediche che attraggono i giovani medici
Alcune Scuole di Specializzazione vengono in breve tempo subissate di richieste. Ci riferiamo a : Malattie dell’apparato cardio vascolare, Dermatologia, Pediatria, Oculistica, Neurologia, Chirurgia Plastica, Gastroenterologia, Endocrinologia, Ginecologia. Perchè hanno il tutto esaurito? Semplice: questi percorsi attraggono i giovani medici perchè registrano i percorsi di carriera con i più alti stipendi o guadagni .
Invece, le scuole più snobbate dai giovani medici sono: Medicina d’Emergenza e la Anestesia e Rianimazione.
Cinquantasei scuole di specializzazione. Una realtà di accesso molto complessa. Posti insufficienti. Questa la situazione sul fronte specialità mediche in Italia.
Quale specializzazione scegliere: Il fronte pensionistico
L’invecchiamento della popolazione medica è l’allarme lanciato da Assomed e da altri enti già all’alba del 2018. Sono circa 33.050 i medici che, dipendenti del SSN, hanno già maturato o matureranno i criteri pensionistici pre o post “Fornero” nei prossimi anni.
Saranno circa 25.500 quelli che saranno in possesso dei criteri di pensionamento nel quinquennio 2024-2028, con una media annuale di 5100 unità. Solamente nel decennio 2029-2038 registreremo delle contrazioni delle cessazioni annuali.
Queste stime non considerano, comunque, le uscite relative al personale medico universitario e specialista ambulatoriale convenzionato, che pure faranno registrare uscite rilevanti sotto il profilo numerico.
La situazione sul piano pensionistico e di generale invecchiamento dei professionisti varia da Regione a Regione. Ogni neolaureato dovrebbe, per capire quale specializzazione scegliere, considerare la propria Regione di appartenenza. Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Toscana e Veneto registreranno il maggiore invecchiamento nei prossimi anni. Inoltre, Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, saranno quelle con il maggior numero di pensionamenti.
Specializzazioni: quali le più richieste?
Sembrerebbero concordare le Università e le associazioni di categoria su quali saranno le specializzazioni maggiormente richieste.
Leggendo di quali di tratta capirete subito che la più grande richiesta deriva sia da un generale cambiamento della società (anagrafico e non solo), sia dal susseguirsi di importanti innovazioni sul piano tecnologico.
Quanto detto viene confermato dall’intervento dal Presidente della Scuola di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale (la migliore in Italia secondo il Censis), Giorgio Bellomo: “In più, la medicina in sé sta cambiando molto, soprattutto nelle tecniche chirurgiche. Quello che ieri non si poteva fare che in ospedale, oggi è diventata magari attività da ambulatorio”.
Quindi, quale specializzazione scegliere sulla base di questa realtà? Stiamo parlando di medicina generale, ginecologia, specialità chirurgiche, urologia, rianimazione e geriatria. Le carenze si registreranno, secondo le previsioni, in un intervallo tra i 4.000 e i 6.000 posti di lavoro.
Queste parrebbero essere, di fatto, le specializzazioni che avranno la maggior carenza di professionisti nel breve periodo e che saranno caratterizzate, dunque, dalla maggior offerta di lavoro per giovani medici. Bisogna comunque tener presente che, nonostante tutto, il settore medico non fornisce più le stesse certezze di una volta.
Infatti, come spiegato dal consigliere nazionale di Anaao Giovani Montemurro, “Non c’è una specialità che offra garanzie in tal senso. Attualmente le regioni faticano ad assumere anche i medici delle specialità più richieste.
Si pensi che una volta terminata la specializzazione si aspetta mediamente due anni per ottenere un contratto, che nella maggioranza dei casi è a tempo determinato, ma che può essere anche una collaborazione a progetto o libero professionale”. Il problema sul fronte delle specializzazioni non è, dunque, trascurabile.


Specializzazioni mediche più richieste in futuro
Il futuro della medicina è destinato a subire grandi cambiamenti: infatti, come già avvenuto per altri settori, l’avvento e diffusione delle tecnologie digitali, spinto anche dall’emergenza sanitaria da Covid-19, ha dato spazio a nuove opportunità.
Sicuramente, le innovazioni tecnologie saranno un vantaggio per tutte le branche della medicina, ma ci saranno senza dubbio alcune specializzazioni mediche che potranno beneficiare più di altre della sanità digitale, tanto che si pensa cresceranno in maniera esponenziale.
Ecco perché, soprattutto se si è dei giovani medici, conoscere quali saranno le specializzazioni mediche più richieste in futuro potrà essere davvero utile per la propria carriera e per avere maggiori possibilità di trovare lavoro.
Medicina d’urgenza più efficiente con i droni e app
La medicina d’urgenza è sicuramente uno di quelli che maggiormente trae un vantaggio dall’utilizzo dei device tecnologici. Ne sono un esempio i droni che possono velocizzare molte operazioni ed essere impiegati per raggiungere rapidamente anche luoghi inaccessibili. Addirittura, alcuni droni sperimentali sono stati utilizzati per far arrivare a destinazione dei defibrillatori semiautomatici in metà del tempo che avrebbe impiegato un’ambulanza tradizionale.
Oppure, saranno disponibili sempre di più app per smartphone e accessori smart che potranno svolgere funzionalità avanzate. A Washington, Eric Topol, cardiologo di fama mondiale, stava tornando a casa in aereo e sul suo volo un passeggero aveva forti dolori al petto che presagivano un infarto. Grazie alla AliveCor, una speciale custodia per cellulari approvata dalla FDA, ha potuto effettuare un ECG completo che ha mostrato l’infarto in atto. Aver allertato prontamente i soccorsi e aver riconosciuto prontamente l’emergenza ha permesso al medico di salvare la vita dell’uomo. Ecco perché, in futuro, ci vorranno sempre più medici d’urgenza che saranno in grado di gestire le nuove tecnologie.
Chirurgia wireless a distanza
Quello che a prima vista potrebbe sembrare fantascienza, invece, è già realtà: i sistemi di realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR) si stanno diffondendo sempre di più nelle sale operatorie di tutto il mondo. Infatti ci sono alcuni device, come ImmersiveTouch e Osso VR che permettono di migliorare le abilità dei chirurghi rispetto ai metodi di formazione tradizionali e di guidarvi nel loro operato.
L’implementazione del 5G, invece, permetterà di realizzare una vera e propria rivoluzione in questo settore: già da tempo, infatti, è stato possibile eseguire un’operazione al cervello da remoto su un paziente che si trovava fisicamente a 2800 km di distanza. Si tratta di un’innovazione, quella della chirurgia a distanza, che apre spazio a infinite potenzialità e che ha bisogno di figure adeguatamente formate.
Conclusioni
Il problema resta l’imbuto formativo che risulta dal divario esistente tra numero chiuso per l’accesso alle scuole di Medicina e Chirurgia e l’offerta formativa post-laurea.
Questa offerta soffre di una variabilità tra contratti di formazione specialistica MIUR, vincolati a risorse economiche in contrazione, e richieste regionali. Queste ultime sono alla fine le più decisive nel modulare la programmazione: i bisogni di medici specialisti espressi da ciascuna Regione sono il dato più concreto a disposizione delle parti.
Non ultimo va ricordato il precariato medico. Nonostante le altissime percentuali occupazionali riconosciute alla professione medica, esiste un precariato generato dal blocco del ricambio generazionale e dalle riforme pensionistiche che allontanano sempre più l’uscita dal sistema lavorativo.
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