La medicina difensiva è un fenomeno sempre più diffuso che ha importanti conseguenze sulla pratica medica e sulla salute dei pazienti. Si tratta di una condotta adottata dai medici che, nel prendere decisioni riguardanti i pazienti, si preoccupano principalmente di evitare il rischio di conseguenze giudiziarie, piuttosto che di garantire la salute dei loro assistiti. Questo approccio mette in primo piano la protezione legale del medico a discapito del benessere del paziente.
Nel vasto scenario della Medicina difensiva, gli stessi medici, immergendosi in questa realtà distorta, rischiano di divenire intrappolati in un labirinto di condizioni lavorative sempre più opprimenti. Sono come acrobati che si esibiscono su un filo sottile, costretti a destreggiarsi tra pressioni e responsabilità che caratterizzano la loro pratica quotidiana.
Il concetto stesso di Medicina difensiva si è esteso recentemente, raggiungendo livelli inaspettati. Ora un medico può percepire di essere giudicato come un cattivo professionista dai propri colleghi in seguito a un errore clinico commesso. È come se la sua reputazione sul posto di lavoro fosse legata a un fragile castello di carte, che può crollare con un solo errore. Il senso di colpa, benché possa derivare da un errore di importanza relativa, viene amplificato in modo sproporzionato dalla paura di perdere il rispetto dei colleghi, aumentando così il rischio di burnout professionale.
In questo articolo esploreremo cos’è la medicina difensiva, le sue tipologie, le cause e gli effetti che essa comporta, nonché possibili soluzioni per mitigarne gli impatti negativi.
Cos’è la medicina difensiva?
La medicina difensiva può manifestarsi in due forme: attiva e passiva. La medicina difensiva attiva si verifica quando un medico eccede nelle prescrizioni, prescrivendo esami o cure superflue, al fine di proteggersi da possibili cause legali. Al contrario, la medicina difensiva passiva si manifesta quando un medico evita di eseguire una determinata cura o esame, o addirittura rifiuta di prendere in carico un paziente per timore di essere coinvolto in azioni legali. Entrambe le forme di medicina difensiva mettono a rischio la salute del paziente, poiché le decisioni del medico sono influenzate principalmente da considerazioni legali anziché da una valutazione accurata delle necessità del paziente.
La medicina difensiva è spesso chiamata anche “medicina dell’osservanza giurisprudenziale“, per sottolineare l’attenzione del medico alle implicazioni legali delle sue azioni. Tuttavia, questa pratica va a discapito della diligenza e della tutela della salute del paziente. Ad esempio, un medico potrebbe concentrarsi sulla produzione di una documentazione probatoria abbondante per difendersi da possibili azioni legali, ma ciò comporta una deviazione dal dovere di fornire una cura adeguata. Ricordiamo che i medici, come gli altri professionisti, non hanno un’obbligazione di risultato, ma un’obbligazione di mezzi.
In sostanza, la medicina difensiva rappresenta un rischio per l’operatore sanitario, anche se non ha conseguenze dirette sulla salute del paziente.
Tipologie di medicina difensiva
Esistono due tipi principali di medicina difensiva: attiva (o positiva) e passiva (o negativa).
La medicina difensiva attiva
La medicina difensiva attiva si manifesta attraverso un atteggiamento eccessivamente cauto da parte del medico. Questo si traduce in un abuso del ricorso a esami o accertamenti, anche se non sono necessari o pertinenti alla sintomatologia del paziente. L’obiettivo principale del medico è rassicurare il paziente fornendo un’eccessiva quantità di cure e accertamenti.
Questo atteggiamento può generare uno stress eccessivo nei pazienti, che tendono ad evitare le visite mediche e a non fare prevenzione. Inoltre, l’elevato numero di accertamenti e prescrizioni superflue può causare un aumento dei costi sanitari e un sovraccarico del sistema sanitario, con risorse sprecate che potrebbero essere allocate in modo più efficace per fornire cure a coloro che ne hanno effettivamente bisogno.
La medicina difensiva passiva
D’altra parte, la medicina difensiva passiva si verifica quando i medici evitano di eseguire determinate procedure o trattamenti per timore di possibili conseguenze legali (in questi casi occorre sempre avere una polizza di tutela legale medici). Questo può portare a ritardi nella diagnosi o nella cura, compromettendo la salute dei pazienti.
Ad esempio, un medico potrebbe rifiutarsi di assumere un paziente con una condizione complessa o ad alto rischio per evitare il rischio di errori o azioni legali future. Questo atteggiamento difensivo può privare i pazienti dell’accesso alle cure necessarie e adeguare le decisioni mediche a considerazioni legali anziché cliniche.

Gli impatti sul sistema della medicina difensiva
In mancanza di stime affidabili sui costi della Medicina difensiva “passiva”, si stima che solo la sua controparte “attiva” (ovvero la spesa sanitaria non legata a scopi terapeutici ma alla riduzione del rischio di contenzioso) ammonti a circa 10 miliardi di euro all’anno, corrispondenti allo 0,75% del Prodotto Interno Lordo. Questo dato è stato fornito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, dipartimento della Programmazione e dell’Ordinamento del Servizio Sanitario Nazionale.
Il fenomeno della Medicina difensiva ha un impatto significativo sulla spesa sanitaria totale, rappresentando circa il 10,5% di essa. I settori più rilevanti in termini di costi sono:
- Farmaci: 1,9%
- Visite mediche: 1,7%
- Esami di laboratorio: 0,7%
- Esami strumentali: 0,8%
- Ricoveri ospedalieri: 4,6%
Questi dati sono stati riportati dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, dipartimento della Programmazione e dell’Ordinamento del Servizio Sanitario Nazionale.
Le dimensioni del fenomeno e le ragioni che spingono alla pratica della Medicina difensiva sono state oggetto di diverse indagini scientifiche, che hanno prodotto risultati molto simili tra loro. Ad esempio:
- Il 77,9% del campione preso in esame ha adottato almeno un comportamento di Medicina difensiva nell’ultimo mese di lavoro, con una percentuale ancora più alta (92,3%) nella fascia d’età compresa tra i 32 e i 42 anni.
- Il 68,9% ha proposto o prescritto il ricovero di pazienti che avrebbero potuto essere gestiti in regime ambulatoriale.
- Il 61,3% ha prescritto un numero di esami superiore a quello ritenuto necessario per effettuare una diagnosi.
Questi dati sono stati riportati da fonti come il Centro Studi “Federico Stella” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e l’Ordine provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatri di Roma.
Cause della medicina difensiva
La medicina difensiva è spesso alimentata da un sistema legale che promuove un clima di paura e incertezza tra i medici. Alcune delle principali cause della medicina difensiva includono:
– Azioni legali e richieste di risarcimento: I medici sono sempre più soggetti ad azioni legali da parte dei pazienti che ritengono di aver subito danni o negligenze. Anche se molte di queste azioni legali si rivelano infondate, il solo fatto di affrontare un procedimento legale può essere stressante e costoso per i medici, indipendentemente dall’esito finale;
– Cultura del “blame”: La società moderna tende a cercare un colpevole in caso di problemi medici, spesso attribuendo la responsabilità ai medici. Questa mentalità contribuisce alla paura dei medici di essere soggetti a azioni legali e li spinge a praticare una medicina difensiva per autoprotezione.
– Eccessiva medicalizzazione: La società contemporanea ha sviluppato un’aspettativa di cure mediche per ogni aspetto della vita e per ogni sintomo, anche minore. Ciò porta i medici a sentirsi costretti a prescrivere esami e trattamenti superflui per soddisfare le aspettative dei pazienti e ridurre il rischio di azioni legali.
– Incertezza nella pratica medica: La medicina è un campo complesso e in continua evoluzione, con molte incertezze e variabilità nella diagnosi e nel trattamento delle condizioni mediche. Questa incertezza può spingere i medici a adottare un approccio difensivo per evitare di commettere errori o essere ritenuti responsabili di scelte mediche discutibili.
Effetti negativi della medicina difensiva
La medicina difensiva ha una serie di effetti negativi sia per i medici che per i pazienti:
– Eccessivi costi sanitari: L’abuso di esami, procedure e trattamenti non necessari aumenta i costi sanitari complessivi. Ciò può avere un impatto significativo sui sistemi sanitari, contribuendo all’aumento delle spese sanitarie per i pazienti, le compagnie di assicurazione e il governo.
– Riduzione dell’accesso alle cure: La medicina difensiva può comportare un eccesso di cautela da parte dei medici nel prendere decisioni cliniche, il che potrebbe portare a ritardi nella diagnosi e nel trattamento. Ciò può ridurre l’accesso alle cure necessarie per i pazienti che ne hanno bisogno, con conseguenze negative sulla loro salute e benessere.
-Overtreatment e undertreatment: La medicina difensiva può portare sia a un eccesso che a un difetto di trattamento. Da un lato, i pazienti potrebbero ricevere esami e trattamenti non necessari, esponendoli a rischi e costi aggiuntivi. Dall’altro lato, i medici potrebbero evitare di fornire determinati trattamenti o procedure per paura di conseguenze legali, risultando in un sotto-trattamento delle condizioni mediche.
-Stress e burnout dei medici: La medicina difensiva può mettere a dura prova i medici, sia dal punto di vista emotivo che professionale. Il timore di errori medici o di azioni legali può causare alti livelli di stress e ansia tra i medici, aumentando il rischio di burnout e influenzando negativamente la loro capacità di fornire cure di alta qualità.
Strategie per affrontare la medicina difensiva
Per affrontare il fenomeno della medicina difensiva, è necessario adottare diverse strategie:
Riforme legali
Sono necessarie riforme legali per ridurre il clima di paura e incertezza tra i medici. Questo potrebbe includere la revisione dei sistemi di responsabilità civile e l’adozione di politiche che favoriscano la risoluzione delle controversie in modo rapido ed equo, senza dover ricorrere a procedimenti legali lunghi e costosi.
Educazione e comunicazione
È fondamentale educare sia i medici che i pazienti sui rischi e i benefici delle procedure e dei trattamenti medici. Una comunicazione chiara e aperta tra medici e pazienti può contribuire a ridurre l’ansia e la pressione per praticare una medicina difensiva e favorire decisioni informate e condivise.
Linee guida basate sull’evidenza
L’adozione di linee guida basate sull’evidenza può aiutare i medici a prendere decisioni cliniche informate e ridurre la variabilità nelle pratiche mediche. Queste linee guida possono servire come punto di riferimento per la pratica clinica e ridurre la paura di azioni legali in caso di scelte mediche appropriate basate sulle prove scientifiche disponibili.
Cultura della sicurezza e del miglioramento continuo
Promuovere una cultura della sicurezza nelle strutture sanitarie, che incoraggi la segnalazione degli errori, l’apprendimento dalle esperienze e il miglioramento continuo della qualità delle cure. Ciò può contribuire a ridurre la paura dei medici di commettere errori e incoraggiare un approccio centrato sul paziente.
Formazione medica
È importante includere la formazione sulla gestione dei rischi e della responsabilità legale all’interno del curriculum medico. Gli studenti di medicina e i medici in formazione dovrebbero essere istruiti su come bilanciare la necessità di praticare una medicina difensiva con la fornitura di cure di alta qualità ed efficienti.
Affrontare la medicina difensiva richiede un approccio olistico che coinvolga le istituzioni sanitarie, i legislatori, i medici e i pazienti stessi. Solo attraverso un’impegno collettivo si può sperare di ridurre l’impatto della medicina difensiva sul sistema sanitario e garantire cure di qualità ai pazienti.
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