La riduzione del rischio è un fenomeno che si riferisce alla possibilità che un evento incerto coperto da un contratto assicurativo non si verifichi. È regolata dall’articolo 1897 del Codice Civile, che stabilisce che se il contraente comunica all’assicuratore dei mutamenti che portano ad una riduzione del rischio, allora l’assicuratore non potrà esigere un premio inferiore ma avrà comunque la facoltà di recedere dal contratto entro due mesi.

A differenza della riduzione del rischio, quando il rischio aumenta o viene a mancare, l’assicuratore deve essere informato. In caso di aggravamento del rischio, il contraente è obbligato a fornire all’assicuratore dichiarazioni esatte circa il rischio da assicurare e a comunicare tutte le variazioni che comportano un aggravamento del rischio durante la vita della polizza. Se l’aumento del rischio è eccessivamente elevato, l’impresa assicuratrice potrà recedere dal contratto oppure certificare il rischio aumentando il premio.

Quando invece il rischio non esiste più, si è in presenza di una cessazione del rischio. Questa può avvenire in diverse circostanze, come ad esempio quando viene sostituito un bene assicurato, oppure quando l’assicurato non ha più timore riguardo l’accadimento dell’evento coperto dalla polizza. In tal caso, la compagnia assicuratrice può decidere di far scadere il contratto.

Esempio di riduzione in ambito medico

Un esempio di riduzione del rischio in ambito medico potrebbe essere quello di un medico assicurato che decide di smettere di svolgere la sua attività libero professionale e di assumere un incarico di lavoro dipendente presso un ospedale. in questo caso, la diminuzione del rischio sarebbe legata al fatto che, una volta assunto come dipendente, il medico non sarebbe più esposto all’insorgenza di controversie legali in merito alla sua attività professionale, riducendo così la probabilità di eventi rischiosi per l’assicurazione.

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