Quante volte sentiamo parlare di volontariato medico all’estero? Quante volte ascoltando la testimonianza di un medico volontario e ci è venuta voglia di prendere e partire per un’esperienza di questo genere?
Spesso, però, veniamo frenati dalla paura della lontananza, delle difficoltà, delle novità o veniamo trattenuti dall’ansia del non poter perdere neanche un secondo nel proseguo della nostra carriera. Altre volte non sappiamo a che associazione fare riferimento o quale sia il miglior contesto per noi per partire.
In questo breve articolo voglio raccontarvi di una delle esperienze che più hanno cambiato la mia vita, non solo come medico, ma anche e soprattutto come persona.
Il mare di incertezze dopo la laurea: perchè fare il medico volontario all’estero
Parliamoci chiaro, tutti noi, chi più chi meno, dopo esserci laureati abbiamo pensato: “E adesso che si fa?”.
Usciti dal percorso incanalato dell’università ci siamo ritrovati immersi in un mare di incertezze sul nostro futuro.
C’è chi ha iniziato subito a lavorare lanciandosi in sostituzioni di MMG o guardie mediche, chi si è concentrato sullo studio per il concorso di SSM o MMG, chi ha preso un periodo di relax per riposarsi un po’ dopo la fatica accumulata negli anni.
Ad ogni modo, indipendentemente dalle nostre scelte, credo che tutti abbiamo avuto almeno un momento di disorientamento pensando ai grandi cambiamenti che ci aspettavano, e a come le scelte che ci apprestavamo a intraprendere avrebbero poi probabilmente influenzato tutta la nostra vita futura.
Nel bel mezzo di questa grande indecisione in cui anche io mi trovavo, personalmente una cosa mi ha dato una grande mano per fare chiarezza: il volontariato.

Quanto si spende facendo il medico volontario?
Tra gli aspetti che normalmente più ci frenano nell’avventurarci in questo tipo di esperienze ci sono le difficoltà burocratiche che bisogna affrontare.
Personalmente non ho però trovato eccessivamente problematico questo aspetto. Solitamente queste associazioni possono essere contattate direttamente visitando i loro siti (trovate l’hyperlink nelle sezioni dedicate) e sono loro poi a fornirvi direttamente le informazioni necessarie per la partenza.
Nella mia scelta avevo provato a cercare associazioni che coprissero almeno una parte dei costi di viaggio. Nello specifico sia ASCS che Apurimac coprono le spese di vitto e di alloggio per l’intera durata di permanenza. A carico del volontario restano quindi sostanzialmente come grosse spese solo quella del volo aereo e della assicurazione sanitaria (fortemente raccomandata se vi recate fuori Europa).
Prima della partenza poi solitamente si hanno una serie di incontri e/o una breve formazione per prepararsi al meglio per il viaggio ed essere pronti per il tipo di attività che si andrà a svolgere.
Ad ogni modo ogni associazione ha le sue caratteristiche, sia in termini di formazione e conoscenza del volontario, sia in termini economici. Generalmente però contattando direttamente le associazioni avrete tutte le informazioni che vi servono!
ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo – è dal 2004 in Italia e nel mondo il braccio sociale, operativo e culturale della Congregazione dei Missionari di San Carlo – Scalabriniani che operano nella Regione Giovanni Battista Scalabrini (Europa-Africa). La Congregazione Scalabriniana, fondata nel 1887 dal Beato Giovanni Battista Scalabrini, opera da oltre 100 anni in 32 paesi in favore di migranti e rifugiati.
Pur non trattandosi di un volontariato prettamente medico, è stata comunque un’esperienza che mi ha dato l’opportunità di fare davvero chiarezza su ciò che volevo per il mio futuro.
Volontariato con i bimbi del Sudafrica
Dopo aver lavorato qualche mese post abilitazione per potermi pagare autonomamente il viaggio, ho deciso di prendermi sei mesi da dedicare al volontariato all’estero.
Per i primi tre mesi ho deciso di partire con ASCS Onlus, un’associazione che propone diversi progetti in tutto il mondo, centrati principalmente sul problema migratorio. In alcuni progetti è possibile poi approfondire l’aspetto sanitario direttamente sul campo.
Con Ascs ho avuto l’opportunità di andare a Città del Capo, in Sudafrica, per circa tre mesi.
Pur non trattandosi di un volontariato prettamente medico, è stata comunque un’esperienza che mi ha dato l’opportunità di fare davvero chiarezza su ciò che volevo per il mio futuro.
L’attività si basava su lavoro a stretto contatto con bambini e ragazzi migranti accolti in una struttura per minori non accompagnati, la maggior parte dei quali aveva vissuto precedenti di traumi, violenza o abbandono. Passare del tempo con loro come persona prima che come medico, mi ha permesso di essere sicuro riguardo al fatto di volere fare il neuropsichiatra infantile nella mia carriera futura.
Difficile riassumere tre mesi in poche righe, ma posso affermare con certezza che sia stata una delle esperienze che più mi hanno cambiato professionalmente e che mi abbia dato gli strumenti per avere un approccio che tenga in conto della persona e della sua storia prima che della malattia.
Un medico volontario tra le Ande del Perù
Nella seconda parte del viaggio mi sono invece dedicato ad un’esperienza di volontariato esclusivamente medica. L’associazione con la quale sono partito, Apurimac Onlus, ha la sua sede operativa principale a Cuzco, in Perù e si occupa principalmente di sanità in una zona particolarmente rurale del paese, l’Apurimac, da cui l’associazione prende il nome. L’associazione ha sede principale a Roma, e coinvolge nelle proprie attività figure sia sanitarie (medici, odontoiatri e infermieri) che non (cooperanti).
Il servizio svolto consiste sia in un importante lavoro di mediazione con il governo peruviano tramite la presentazione di diversi progetti di innovazione in ambito sanitario, sia in un lavoro sul campo portando assistenza sanitaria ai villaggi Andini più remoti, dove la mancanza di sufficiente personale medico e di adeguate strutture non garantisce cure sanitarie adeguate. Inoltre, l’associazione collabora con un ambulatorio medico di medicina generale e specialistica, situato direttamente a Cuzco.
Grazie a questa esperienza ho avuto l’opportunità di mettere in pratica tante nozioni che in Italia spesso si fermano alla teoria e conoscere anche tutta una parte della medicina che in Europa non è affrontata, potendo approfondire aspetti che vanno dalle malattie infettive, a problemi di nutrizione, fino a malattie rare tipiche delle zone andine.

Grazie a questa esperienza ho avuto l’opportunità di mettere in pratica tante nozioni che in Italia spesso si fermano alla teoria
Prendere e partire
In generale, per me non ci sono dubbi, il volontariato medico è una di quelle esperienze che più ti possono cambiare la vita ed aiutare ad orientarti anche nelle scelte future, facendoti scoprire lati di te stesso e della professione che altrimenti difficilmente avresti avuto la possibilità di conoscere.
Spesso si tratta di una scelta difficile da prendere, che comporta delle rinunce economiche e l’allontanamento da casa anche per periodi lunghi, ma è un’esperienza che comunque ripagherà certamente l’investimento fatto.
Quindi, se sentite questa spinta di partire, è tempo di mettere da parte dubbi e paure e farlo senza ripensamenti, le opportunità sono tante, l’importante è volerlo.
Giacomo Distefano, nato a Bologna il 02/06/1993. Laureato in Medicina e Chirurgia nel luglio 2018, attualmente medico USCA a Bologna. Grande appassionato di neuroscienze, aspirante neuropsichiatra infantile. Grande amante di pallacanestro e viaggi.
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