Oltre all’infermieristica forense, alla libera professione e altri settori, interessante può essere il profilo dell’infermiere pediatrico.
Se vuoi scoprire un’ altra professione in campo infermieristico attualmente molto rilevante, allora clicca qui per leggere un articolo sull’ infermiere di famiglia.
Secondo il Profilo Professionale infermiere pediatrico del 2006, “l’infermiere pediatrico è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma di laurea abilitante e dell’iscrizione all’albo professionale, è responsabile dell’assistenza infermieristica pediatrica”.
La definizione che ne viene data potrà apparire come troppo generale. Se stai leggendo questo articolo, probabilmente vuoi scoprire informazioni più specifiche circa il ruolo dell’infermiere pediatrico in Italia, sei nel posto giusto.
Quando è nata la professione dell’infermiere pediatrico
Charles West può essere riconosciuto come padre dell’infermieristica pediatrica. Il suo “the child, first and always” si può dire abbia aperto, in questo senso, alla nascita di questa professione.
Infatti, fino alla metà dell’Ottocento, i bambini venivano curati come “giovani adulti”, e senza quindi alcuna competenza specifica in pediatria. Comprendendo l’importanza di uno sviluppo specifico nel campo della cura dei bambini, Charles West portò alla stesura di un manuale per infermieri pediatrici, il primo della storia.
Non solo: venne creato un corso di formazione proprio per l’infermieristica pediatrica. Così, grazie a West, si iniziò a comprendere l’importanza di un’assistenza specifica per bambini e nacque l’infermieristica pediatrica.
Come diventare infermiere pediatrico in Italia
Come hai letto nella definizione citata, per diventare infermiere pediatrico è anzitutto necessario avere tra le mani lo specifico titolo di laurea ed essere già iscritto nell’albo professionale.
Per quanto il ruolo e la sua importanza sia, di fatto, stata sempre sottovalutata, il nostro consiglio è di non sottovalutare il mestiere nel suo complesso: faresti un grave errore. Chi ha a che fare con i più piccini deve essere, innanzitutto, mosso da una forte passione: avere a che fare con bambini, come sicuramente immaginerai, può essere molto difficile.
Indipendentemente da quelle che sono i compiti e le responsabilità a capo dell’infermiere dei bambini, il ruolo che andrà a ricoprire richiede uno sforzo non da poco nel comunicare con un “non-adulto” rispettandone sempre l’identità. Per questo mi sento di aggiungere ai requisiti imposti (quali la laurea e l’iscrizione all’albo) un altro requisito implicito: la passione.
Compiti e responsabilità
Il Profilo professionale dell’infermiere pediatrico del 2006 non è l’unico testo cui attingere allo scopo di inquadrare al meglio la figura professionale dell’infermiere pediatrico.
A tal fine, è utile condividere le informazioni che si attingono dal Regolamento concernente l’individuazione della figura e relativo profilo professionale dell’infermiere pediatrico (Decreto ministeriale n. 70 del 17/01/1997). In questo testo vengono scandite quelle che sono le principali attività professionali e le responsabilità a capo dell’infermiere pediatrico.
Secondo il decreto ministeriale, infatti, egli deve:
- Procedere all’identificazione dei bisogni del bambino, sia fisici, sia psichici;
- Formulare con obiettività un piano di intervento mirato;
- Garantire che tutte le cure vengano correttamente applicate;
- Partecipare attivamente all’assistenza (sia essa ambulatoriale, domiciliare od ospedaliera) per bambini in età evolutiva e in età adolescenziale;
- Comprendere quanto e quando avvalersi del supporto di altro personale (operatori sociali o sanitari).
La realtà lavorativa in Italia
Nonostante la comprovata importanza del ruolo svolto dall’infermiere pediatrico, va detto che in Italia la situazione professionale risulta abbastanza sconfortante. La difficile situazione italiana non riesce a salvaguardare molte professioni, tra le quali spicca quella attinente l’infermieristica pediatrica.
Sul piano occupazionale, infatti, l’offerta di lavoro non riesce ad assorbire tutta la domanda: numerosi laureati, terminato il percorso di studi, non riesce ad inserirsi in un contesto lavorativo.
Molti infermieri finiscono con l’impiegarsi nella libera professione. L’amara conseguenza potrebbe essere quella che la professione dell’infermiere pediatrico rischi, via via, di estinguersi nel nostro Paese.
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