Se vuoi svolgere l’attività di infermiere libero professionista è bese seguire alcuni accorgimenti e adempimenti burocratici fondamentali. Già, non sono poche le possibilità che si aprono ai laureati in Infermieristica: oltre, ad esempio, all’infermiere pediatrico o forense, c’è anche la libera professione. Ma vediamo anzitutto qual’è il mercato degli infermieri che svolgono l’attività in libera professione.
I dati confermano un trend in crescita per quanto riguarda gli infermieri che decidono, in Italia, di svolgere la libera professione.
Infatti, il numero degli iscritti all’Ente di Previdenza e Assistenza ENPAPI risultava essere, nel 2015, pari all’incirca a più di 40.000 professionisti.
Proprio per la crescita degli infermieri che desiderano svolgere tale professione, è corretto che i neolaureati in infermieristica conoscano quante più informazioni possibili sull’opportunità di esercitare la libera professione. In questo articolo cercheremo di darti tutte le informazioni utili su come diventare un infermiere libero professionista.

Più di 40.000 infermieri libero professionisti in Italia nel 2015: un trend in continua crescita
Come diventare infermiere libero professionista: l’Iter
Per diventare un infermiere libero professionista, è necessario superare alcuni importanti step. Infatti, dopo la consueta iscrizione all’Albo Professionale dell’Ordine degli infermieri e l’apertura della Partita IVA, l’infermiere libero professionista deve assolutamente completare altre fasi. Queste sono:
- Comunicazione all’Ordine e rispetto delle normative in termini di pubblicità sanitaria;
- Iscrizione all’ENPAPI;
- La dichiarazione dei redditi;
- Una stipula di Assicurazione per la Responsabilità Civile;
- ECM: di fatto obbligatorio per tutti coloro i quali collaborino all’interno del sistema sanitario;
- PEC (Posta Elettronica Certificata).
Infermiere e libera professione: forma individuale
Se è tua intenzione fare l’infermiere in forma di libera professione individuale, ciò che devi sapere è che avrai un rapporto diretto con il paziente, che in questo caso verrà chiamato committente.
L’infermiere che pratica la libera professione in forma individuale deve accordare in autonomia sia la pianificazione assistenziale, sia quello che sarà il compenso per l’attività svolta. In forma individuale, l’infermiere dà notifica, entro 30 giorni, dell’attività al Collegio Provinciale al quale risulta iscritto.
L’infermiere deve, inoltre, trasmettere:
- La scheda anagrafica aggiornata;
- Una copia del certificato di partita IVA;
- Una copia della richiesta di iscrizione all’ENPAPI;
- Un recapito ed un eventuale indirizzo del proprio studio o ambulatorio.
Nel caso, poi, dell’intervento di modificazioni (o addirittura cessazione) dell’attività dovrà essere ugualmente comunicata al Collegio Provinciale, prima dello scadere dei 30 giorni dalla modifica intervenuta.
Rapporto diretto con il paziente e accordi in autonomia sia per la pianificazione dell’attività, sia per il compenso.
Infermiere libero professionista: forma aggregata
A differenza di quella individuale, la forma di assistenza aggregata da parte di infermieri che esercitano la libera professione permette di portare avanti un’attività più continuativa e, di fatto, prolungata nel tempo.
Essendo impiegati, nella formula aggregata, più infermieri professionisti, il contesto permette di inserire anche alcuni infermieri neolaureati.
Infatti, nella forma aggregata i neolaureati possono essere seguiti in modo più costante e preciso. Questo è dovuto, come detto, solo al fatto che sono in maggior numero gli infermieri impegnati nella forma aggregata della libera professione.
Le forme aggregative possono presentarsi, secondo legge, in formula di:
- Studio associato (che deve seguire la disciplina della Società semplice);
- Società tra Professionisti;
- Cooperativa Sociale.
Attività più continuativa e prolungata nel tempo. Più possibilità anche per infermieri neolaureati
Infermiere libero professionista: vantaggi e svantaggi
Abbiamo considerato, finora, gli aspetti burocratici e i dati riguardanti coloro i quali decidono di svolgere la libera professione in Italia. E’ lecito chiedersi, comunque, se la scelta di diventare un infermiere libero professionista sia di fatto conveniente in termini prettamente lavorativi. Questa convenienza però va di pari passo con una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’operatore sanitario.
In tal senso, è giusto considerare alcuni aspetti “pratici” dell’attività della libera professione. Ad esempio, è importante tener presente la minor tutela sul fronte delle ferie e dei periodi di malattia: l’infermiere libero professionista non riceverà alcuna retribuzione in questi periodi. Parlando della retribuzione media per l’infermiere libero professionista, questa si aggira tra i 5 e i 18 euro lordi all’ora.
Rimangono, d’altra parte, anche non pochi vantaggi per gli infermieri libero professionisti. La possibilità di organizzare il lavoro in modo autonomo (a fronte di una maggiore flessibilità rispetto ai lavoratori dipendenti) ne rappresenta sicuramente uno.
E non è l’unico. L’infermiere libero professionista, proprio a causa di una maggiore autonomia organizzativa, può decidere di prestare la sua opera anche per più datori di lavoro contemporaneamente.
Conclusioni
L’attività dell’infermiere libero professionista ha, come abbiamo visto, alcuni svantaggi e alcuni vantaggi. Lo scoppio della crisi mondiale ha comportato un incremento degli infermieri liberi professionisti. La scelta di molti infermieri di esercitare la libera professione non è solo una decisione autonoma e convinta: infatti, spesso questa rappresenta l’unica possibilità per molti giovani infermieri in cerca di occupazione.
Nonostante gli svariati elementi positivi o negativi, rimane comunque una possibilità quella di svolgere attività come infermiere libero professionista in Italia, in un momento storico non semplice sotto il profilo occupazionale.
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