Quali sono gli sbocchi lavorativi dopo la Laurea in Medicina e le opportunità per un medico senza specializzazione? Oggi si stima che a cinque anni dalla laurea il 96,5% dei laureati in ambito medico e il personale sanitario abbia una occupazione stabile (dati Almalaurea).
Le offerte di lavoro per il giovane medico
Diventare medico è sicuramente un impegno: anni di studio, tirocini molto duri e turni pesanti.
Tutto questo viene ricompensato dal fatto di svolgere un lavoro che aiuta le persone a stare meglio e quindi ha un importante valore sociale.
Oggi i bravi medici sono sempre più richiesti e le offerte di lavoro nel settore veramente tante, per cui se senti che diventare medico o specializzarti in un determinato ambito è la tua strada il nostro consiglio è sicuramente quello di raggiungere il tuo obiettivo professionale.
Per avere successo non basta ottenere il “pezzo di carta”. Servono, infatti, solide basi come impegno, serietà, coscienza ma soprattutto la consapevolezza dell’importanza del proprio mestiere secondo il giuramento di Ippocrate.
Sicuramente diventare medico è un sogno comune a tanti bambini, oltre che un lavoro ambito e affascinante di cui la laurea in medicina e chirurgia rappresenta solo il primo passo per l’accesso alla professione. Se invece sei più interessato a diventare dentista, leggi questo articolo di approfondimento.
In Italia diventare medico richiede il percorso più lungo in termini di anni di formazione, costanza, sacrificio. Le soddisfazioni che poi questa professione regalerà per tutta la vita sono però davvero grandi.
Vediamo quindi in questo post qual è il lavoro del medico e a quali offerte di lavoro può rispondere.
Il medico “neoabilitato”
Premessa: il medico neoabilitato nel giro di pochi mesi è destinato a veder cambiare il proprio status in quello di “medico specializzando” o “medico corsista di MMG”.
Sono pochissimi i medici che non continuano il proprio corso di studi e i numeri lo dimostrano: il vecchio “imbuto formativo” si è trasformato in una “voragine formativa”, a seguito dei vari interventi post pandemia.
E cioè, allo stato, esistono più borse di specializzazione e corsi MMG che di laureati in medicina, tanto è vero che il MIUR ha aumentato quest’anno di circa un migliaio i posti a medicina (fonte: Decreto Ministeriale n. 730 del 25-06-2021):
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I laureati in medicina, annualmente, sono circa 13.000. (fonte: Sole 24 ore).
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I numeri delle borse di specializzazione sono circa 18.000 (fonte: Decreto Ministeriale n. 998 del 28-07-2021), a cui occorre aggiungere circa 2.000 borse di Medico di Medicina Generale (MMG).
Offerte di lavoro: le professioni a cui accedere con la laurea in medicina
Una volta conseguita la laurea in medicina, la persona può accedere ad alcune professioni.
Tra queste ci sono il medico di base, il medico alle dipendenze del SSN, il medico alle dipendenze di altre istituzioni nazionali (carceri, medico militare, protezione civile, INPS, INAIL, CIRM), medico specialista, l’insegnante o formatore in ambito sanitario e l’informatore scientifico.
Entriamo ora nel dettaglio:
- Con il conseguimento della laurea in medicina il medico può entrare nel mondo del lavoro a patto di abilitarsi e iscriversi all’albo, ovvero superando l’esame di Stato.
- La prima possibilità è lavorare come sostituto del medico di base.
- Un’altra interessante alternativa è il medico di continuità assistenziale ovvero l’ex guardia medica;
- Medico alle dipendenze del SSN: in questo caso serve il superamento dell’esame di Stato e poi si può accedere ai concorsi pubblici per lavorare nel settore;
- Occupazione in istituzioni pubbliche nazionali: medico militare, nelle carceri, nella protezione civile, medico INPS, medico INAIL o del CIRM (tele assistenza in navigazione);
- Medico specialista: dopo la laurea in medicina, si può tentare l’ingresso in specializzazione; qui puoi trovare un articolo che ti mostra i requisiti per partecipare al bando di ammissione ;
- Fare un’esperienza di lavoro all’estero: per esempio in Svizzera (leggi questo articolo) , o in Francia (leggi qui), o in Inghilterra (clicca qui).
Cosa può fare un laureato in medicina senza specializzazione
Sicuramente, pensando alle offerte di lavoro e al lavoro del medico dopo la laurea in medicina, viene subito in mente un impiego come professionista nelle ASL o negli ospedali. Anche se questo è lo sbocco occupazionale più scontato, sicuramente non è l’unico.
Per accedere alle professioni citate prima abbiamo visto come sia necessario superare l’esame di Stato, ma ci sono altri casi in cui l’aspirante medico può decidere di non proseguire gli studi con una specializzazione.
In questo caso cosa può fare e dove può lavorare? Il più importante sbocco per i laureati in medicina senza specializzazione è la professione del medico di famiglia, che richiede la frequenza di un corso di formazione di 3 anni. E’ una professione ben remunerata. Leggi qui per vedere quanto guadagna un medico di base.
Un’altra alternativa è il lavoro di medico di continuità assistenziale ovvero l’ex guardia medica. Esiste anche la guardia medica turistica: se vuoi approfondire ti consigliamo di leggere questo articolo sulla guardia medica turistica.
Il medico senza specializzazione può anche lavorare alle dipendenze di altre istituzioni pubbliche come carceri, protezione civile, Croce Rossa Italiana. Ancora, può diventare medico militare, medico dell’INPS o dell’INAIL ( partecipando in quest’ultimo caso ai concorsi pubblici). Ricordiamo che nel caso in cui un medico lavori all’interno o per conto di una struttura sanitaria, pubblica o privata, è obbligatorio stipulare una polizza di colpa grave medico che copra la rivalsa della struttura.
Può anche lavorare al pronto soccorso. Vuoi scoprire come potrebbe essere lavorare in un pronto soccorso? Leggi questo articolo.
Un’altra interessante opportunità per il laureato in medicina è diventare informatore scientifico e, quindi, lavorare per le case farmaceutiche e le industrie medicali che promuovono e vendono farmaci e prodotti usati in ambito medico. Frequentando appositi master o corsi può abilitarsi all’esercizio di professioni come il nutrizionista, l’osteopata e l’esperti di dermocosmesi.
Le scuole di specializzazione per medici
Analizzando i dati del mercato, la maggior parte delle offerte di lavoro si rivolge a un medico specialista e che quindi ha completato una determinata scuola di specializzazione e superato un concorso bandito dal ministero.
In Italia ne esistono quasi 60, tutte a numero chiuso, che offrono percorsi dai 3 ai 6 anni. Non mancano percorsi di specializzazione avanzata in ambito chirurgico.
Medico generico e attività “specialistica”
E’ pensiero comune che in linea teorica il medico non specialista possa svolgere un’attività in qualunque branca della medicina. Per assurdo potrebbe anche fare il cardiochirurgo, per alcuni.
In verità, la questione è abbastanza complessa.
Anzitutto, per svolgere l’attività specialistica nel settore pubblico, come acclarato anche dalla direttiva del 2018 sulle linee guida sulle procedure concorsuali (punto 3) : “ (…) per profili elevati sarà ragionevole richiedere una particolare competenza nella materia o esperienza nel settore ” si richiede non solo la laurea in medicina ma anche il conseguimento della “Specializzazione nella disciplina a concorso “ (vedi esempio bando 1; esempio bando 2, esempio bando 3, etc).
Ricordiamo che ad oggi non esiste in Italia una legge atta a definire il “contenuto tipico” della professione di colui il quale è iscritto all’ordine dei Medici, che viene definito “medico-chirurgo”.
In questi ultimi anni, ci sono stati in effetti alcuni interventi nella giurisprudenza che hanno affermato che il superamento dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, unitamente all’iscrizione all’Albo, legittimano il medico a esercitare la propria attività in tutti i settori della medicina, fatte salve quelle per le quali è richiesto dalla legge il possesso di un apposito diploma o specializzazione (Cass. pen. 25-9-2003, n. 49116; 26-2-2009, n. 11004).
Tra queste ricordiamo, in particolare:
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la L. 409/1985, che ha istituito la professione sanitaria di odontoiatra (con successivi provvedimenti è stata disciplinata l’iscrizione all’albo degli odontoiatri per i laureati in medicina e chirurgia, abilitati alla professione medica);
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l’art. 110 D.Lgs. 230/1995, che stabilisce specifici requisiti per l’esercizio della radiodiagnostica, della radioterapia e della medicina nucleare (la cui regolamentazione è stata demandata a un apposito decreto intervenuto il 21-2-1997);
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l’art. 55 D.Lgs. 277/1991 e, di seguito, l’art. 38 D.Lgs. 81/2008, che regolano l’esercizio dell’attività di «medico competente», ai sensi della normativa per la tutela dei lavoratori;
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la L. 56/1989, che ha disciplinato l’esercizio dell’attività psicoterapeutica.
Ammesso e non concesso che esistano oggi in Italia giovani medici che pur non avendo conseguito una specialità esercitano l’attività medica in quella branca, ricordiamo che una recente sentenza della Cassazione (Corte di cassazione, sezione lavoro, sentenza 13 marzo 2015, n. 5080) ha affermato il principio di diritto secondo il quale la “laurea in medicina consente l’espletamento di attività ausiliarie ma non anche di attività, quale la terapia riabilitativa, che non hanno tale carattere ed il cui svolgimento postula uno specifico diploma universitario”. Al di là del singolo caso di specie, questo innovativo principio di diritto cambia la rotta dell’antico orientamento della giurisprudenza penale della stessa Corte, anche, a nostro parere, per uniformarsi alla normativa in vigore nel resto d’Europa.
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