Il tema della depenalizzazione dell’atto medico è sempre più attuale, in un contesto di costante evoluzione tecnologica e di crescenti aspettative dei pazienti nei confronti del settore sanitario.
La commissione di illeciti da parte dei sanitari può avere conseguenze penali
Cosa sono le conseguenze penali di un atto medico?
Cerchiamo di fare chiarezza e capire cosa si intende per conseguenze penali per l’atto medico. La commissione di illeciti da parte dei sanitari può avere conseguenze penali, che possono riguardare principalmente lesioni personali e omicidio colposo.
L’accertamento della colpa in campo penale richiede la prova del nesso causale tra la condotta colposa del sanitario e l’evento danno subito dal paziente. Nella valutazione della colpa rivestono un ruolo fondamentale le interazioni tra l’evento dannoso e le regole di comportamento che il sanitario avrebbe dovuto osservare, nonché l’evitabilità dell’evento e l’efficacia delle prescrizioni non osservate. In questo contesto, assume particolare rilievo l’apporto di periti e consulenti tecnici, che possono illustrare agli operatori del diritto la complessità scientifica delle fattispecie oggetto di giudizio.
Cosa fare per le spese legali in caso di penale?
E’ opportuno ricordare che nel caso si avvii un procedimento penale, per questa fattispecie non si può attivare la copertura di una polizza di rc professionale. Le eventuali spese per la difesa legale potranno essere sostenute solamente se il sanitario avrà acquistato una polizza di tutela legale.
L’osservanza delle linee guida per valutare le responsabilità penali del medico
Il medico ha la responsabilità di curare il paziente con scienza e attenzione alle sue specifiche necessità. Le linee guida, che sono indicazioni generali per la cura di una patologia, possono essere utili ma non vincolano le scelte del medico, che è libero di usare la sua professionalità.
L’osservanza o ignoranza delle linee guida non determina necessariamente la colpa del medico.
Un giudice, aiutato da esperti del settore, valuta se l’attuazione delle linee guida avrebbe potuto evitare un evento avverso e se l’obbedienza a queste linee guida era appropriata al caso specifico.
Secondo il decreto Balduzzi del 2012, se un medico segue le linee guida scientificamente accettate ma commette un errore lieve, non è perseguibile penalmente anche se il risultato non è positivo.
Che significa la depenalizzazione dell’atto medico?
Depenalizzare l’atto medico significa togliere la responsabilità penale del medico quando agisce per svolgere il proprio lavoro in modo professionale e attento. In altre parole, se il medico fa un errore involontario, non dovrebbe essere considerato un criminale e condannato, ma piuttosto, responsabile civilmente per il danno subito dal paziente.
Ad esempio, se un medico prescrive un farmaco che non è corretto per un paziente e il paziente ha effetti collaterali, il medico potrebbe essere chiamato a rispondere per il danno causato.
Secondo molti medici, se depenalizzassimo l’atto medico, ci sarebbero meno processi penali per negligenze mediche e ci sarebbe una maggiore attenzione ai risultati e alla soluzione del problema. Ciò non significa che i medici non sarebbero più responsabili di fronte alla legge. Continuerebbero ad essere ritenuti responsabili civilmente per qualsiasi danno che causano.
Inoltre, sempre secondo la stessa corrente di pensiero, depenalizzare l’atto medico potrebbe ridurre la medicina difensiva, che è quando i medici ordinano test e procedure diagnosticate in modo eccessivo solo per evitare eventuali cause di negligenza mediche. Ciò potrebbe portare a una riduzione dei costi per il sistema sanitario e alla possibilità per i medici di lavorare con minori pressioni psicologiche.
La depenalizzazione dell’atto medico risolverebbe un grande problema: delle 357.000 cause che coinvolgono i medici, il 97% si conclude senza conseguenze. Queste cause durano dai sei agli otto anni e portano a enormi spese, pressioni psicologiche e all’inserimento di aziende che indagano su possibili negligenze ospedaliere.
La proposta del Ministro Schillaci
Il segretario nazionale dell’ordine dei Medici si è accordato con la proposta del ministro Schillaci sulla depenalizzazione dell’atto medico. Il ruolo sociale del medico è cambiato a causa del modo in cui l’organizzazione del lavoro della cura è stato modificato. Secondo il portavoce dell’ordine, la gente che si rivolge all’ospedale acquista un servizio, ma le attese sono lunghissime, c’è una carenza di personale e spesso si verificano violenze in corsia. Le lacune del sistema diventano sempre più profonde perché il sistema non cambia nonostante la spesa rimanga la stessa. Questo ha fatto sì che la professione abbia perso il suo appeal. Si tratta di una prigione fatta di mancanza di sicurezza, mancanza di gratificazione e mancanza di prospettive di vita.
Più facile una “derubricazione”?
La depenalizzazione dell’atto medico è una strada difficile da percorrere, ma la derubricazione potrebbe essere una soluzione valida per garantire la sicurezza delle cure e la sostenibilità del sistema sanitario.
La derubricazione di un reato è il processo giudiziario mediante il quale un reato viene abbassato di grado, cioè da un reato più grave a uno meno grave. Ciò può comportare una riduzione della pena o, in alcuni casi, l’estinzione del reato stesso.
Questa procedura viene utilizzata spesso per ridurre il sovraffollamento delle carceri o per mitigare le conseguenze di un reato commesso in circostanze particolari.
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