Cosa significa atti invasivi?

Un atto invasivo è un’azione medica che comporta una penetrazione nella pelle o nei tessuti del corpo con strumenti chirurgici o diagnostici. Ad esempio, una biopsia o l’inserimento di un catetere possono essere considerati atti invasivi. Gli atti invasivi possono comportare rischi per la salute del paziente e devono essere eseguiti da personale medico altamente qualificato e con le dovute precauzioni per ridurre questi rischi al minimo. In ambito assicurativo, un atto invasivo può essere coperto da una polizza rc professionale medico che preveda questo tipo di prestazioni mediche.

Atto invasivo e intervento chirurgico: le differenze

L’atto invasivo e l’intervento chirurgico sono termini che spesso vengono usati in maniera intercambiabile, ma ci sono alcune differenze tra i due concetti.

Un atto invasivo è una procedura medica che comporta la penetrazione nella pelle o nei tessuti del corpo con strumenti chirurgici o diagnostici. Ad esempio, una biopsia, l’inserimento di un catetere o una colonscopia sono tutti esempi di atti invasivi.

Un intervento chirurgico, invece, è un tipo specifico di atto invasivo che comporta la rimozione, la modifica o la riparazione di tessuti o organi del corpo. Ad esempio, un’appendicectomia, una mastectomia o una prostatectomia sono tutti esempi di interventi chirurgici.

In sintesi, si può dire che tutti gli interventi chirurgici sono atti invasivi, ma non tutti gli atti invasivi sono interventi chirurgici. Ci sono anche altri tipi di atti invasivi, come le endoscopie e le angiografie, che non sono interventi chirurgici.

 

Definizione di atto invasivo in polizza

La definzione di atto invasivo è molto rilevante ai fini della corretta interpretazione della copertura della polizza. Infatti molte polizze vanno ad escludere espressamente gli atti invasivi.

A tal fine è importante riferirsi alla definizione che viene data nella propria polizza.

A titolo esemplificativo ecco un paio di defizioni:

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Atti invasivi: atti medici diagnostici e/o terapeutici praticati senza accesso alla sala operatoria o emodinamica e senza ricorso ad anestesia totale, spinale o epidurale, che prevedono l’inserimento nell’organismo di un idoneo strumentario medico e/o che comportano l’asportazione di tessuti e/o il prelievo bioptico per indagini istologiche. Si considerano a tutti gli effetti Atti invasivi la chirurgia refrattiva e le tecniche diagnostiche endoscopiche.

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– la sutura di ferite traumatiche maggiori;
– l’applicazione di cateteri cardiaci e l’esecuzione di tecniche di angiografia o angioplastica;
– il parto, sia naturale che cesareo; qualunque altro intervento ostetrico o ginecologico durante il quale possano verificarsi sanguinamenti;
– la manipolazione, la sutura o la rimozione di tessuti orali o peri-orali, inclusi i denti;
– l’iniezione e/o introduzione e/o utilizzo di sostanze per finalità estetiche;
– l’utilizzo del laser non strettamente connesso a procedure cutanee;
– la penetrazione chirurgica dei tessuti, cavità od organi, compreso l’uso di bisturi e retrattori.