Oggi sempre più giovani medici scelgono di aprire partita IVA, ma anche i medici specializzati che esercitano da tanti anni preferiscono aprire partita IVA e dedicarsi alla libera professione. In questo post vediamo, quindi, come aprire partita IVA da medici, le tasse e i contributi da pagare e molto altro ancora.
Il lavoro del medico: le forme principali
Chi sceglie di diventare medico ha davanti a sé due possibili strade: la prima è quella di lavorare come dipendente in strutture pubbliche o private, la seconda è fare il libero professionista con partita IVA, aprendo il proprio studio o collaborando con strutture private grazie alla convenzione con le ASL.
Inoltre il medico può lavorare in modalità extramoenia e intramoenia, svolgendo quindi la professione in ospedale oltre quanto previsto dal Servizio Sanitario Nazionale.
In questo caso il suo compenso è assimilato al lavoro dipendente e su tali redditi si applica l’aliquota Irpef ordinaria. Se, invece, il medico professionista lavora con attività extramoenia, tale reddito rientra nel lavoro autonomo e al fatturato si applica la fiscalità ordinaria, semplificata o forfettaria.
Come aprire partita IVA e l’attività da libero professionista
Come sa bene chi studia medicina, durante la formazione avanzata e specialistica il medico può sostituire i medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale e tali redditi sono considerati come lavoro professionale.
È, quindi, necessario aprire la partita IVA recandosi nell’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate e compilando l’apposito modulo. Prima di tutto però, i giovani medici dovranno sostenere l’Esame di Stato ed essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurgi della provincia di residenza, in modo da essere in regola con quanto previsto per la libera professione in Italia.
Oltre a ciò, il giovane medico che lavora in partita IVA verserà i contributi pensionistici alla cassa previdenziale di riferimento ovvero l’Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri), che gestisce il fondo pensione, secondo la quota A, la quota B e i Fondi Speciali per chi esercita la libera professione.
Il regime forfettario per il medico in partita IVA
Recentemente è stati introdotto il regime forfettario per le partite IVA, vediamo, quindi, nel dettaglio come regolare la propria attività da liberi professionisti. Per aprire partita IVA è sufficiente recarsi nell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate e compilare il modulo AA9/12 con il codice ATECO, i dati fiscali e quelli anagrafici.
Da quel momento la partita IVA è attiva e si può cominciare a fatturare, ma per essere veramente liberi da ogni pensiero e dubbio il consiglio è farsi seguire da un commercialista esperto, che saprà suggerire il miglior regime fiscale.
Attualmente, se non si superano i 65.000 euro annui, la soluzione migliore è il regime forfettario agevolato e questo sistema prevede anche una quota forfettaria di spesa deducibile, ai fini di determinare il reddito imponibile.
Si tratta del cosiddetto coefficiente di redditività, che indica la parte del reddito che sarà tassata e che per i medici è fissato al 78%. In particolare la percentuale dell’imposta sostitutiva è pari al 5% per i primi 5 anni di attività e a seguire sale al 15%. Facciamo un esempio pratico: su un compenso di 10.000 euro saranno tassati solo 7.800 euro, tuttavia questa non è l’unica spesa che si può dedurre, perché in Italia dedurrai anche la contribuzione previdenziale.
Il Codice Ateco dei medici in libera professione
Come abbiamo visto, al momento di aprire partita IVA sarà necessario indicare un Codice ATECO e per i servizi di assistenza sanitaria la scelta per i giovani medici è tra diversi codici e dipende dalla specializzazione del libero professionista. In particolare avremo:
- Codice Ateco 21 per gli studi medici di medicina generale;
- Codice Ateco 22 per gli studi medici specialistici.
Entrambi i codici comprendono il fatturato derivante da visite mediche e trattamenti fatti da medici generici e specialisti, inclusi i dentisti.
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L’Enpam e i contributi pensionistici in partita IVA
Ogni medico libero professionista versa i contributi all’Enpam (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri), che si occupa della previdenza obbligatoria.
In particolare ricordiamo che i contributi vanno nel:
- Fondo Generale o Quota A, ovvero un contributo minimo fisso versato obbligatoriamente da tutti gli iscritti e calcolato su un reddito minimo. Il contributo è distinto per fascia d’età dei medici liberi professionisti;
- Fondo Speciale o Quota B, ovvero il contributo aggiuntivo proporzionale al Fondo Generale e che si basa sulla quota di reddito eccedente il minimo.
Ricordiamo che i giovani medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale non devono dichiarare anche i compensi corrisposti dalle aziende sanitarie, ma solo i redditi prodotti dalla libera professione, dal momento che i redditi del SSN sono già soggetti a contribuzione.
Il regime forfettario
Nella maggior parte dei casi il regime più vantaggioso per chi sceglie di aprire partita IVA come medico libero professionista è il regime forfettario, a patto di rispettate i requisiti previsti dalla Normativa sul Regime Forfettario.
Se riuscirai a rientrare nella condizione descritta avrai alcuni importanti vantaggi in ambito contabile e fiscale e la tua attività di medico libero professionista partirà agevolata. In particolare non dovrai sottostare all’obbligo della fatturazione elettronica introdotto nel 2019, ma sarai anche esonerato da:
- applicazione dell’IVA in fattura;
- applicazione della ritenuta d’acconto in fattura;
- obbligo di registrazione delle fatture
- Potrai, inoltre, contare su una tassazione semplificata che prevede un’imposta sostitutiva pari al 15% e in alcuni casi al 5%.
Aprire partita IVA per medici: i contributi pensionistici
Come spiegato in questo post, per aprire partita IVA come medico dovrai anche iscriverti all’ENPAM, la cassa previdenziale dedicata al medico che lavora in libera professione. In tale cassa vedrai che sono previste diverse tipologie di contributi, come la Quota A, la Quota B e altre ancora e l’importante è farsi seguire da un commercialista esperto per avere ben chiaro a quanto ammonta il versamento e quali sono le scadenze dei pagamenti. In alternativa puoi visitare il sito dell’ENPAM.
Come vedi aprire la partita IVA e avviare un’attività in proprio è davvero semplice e veloce e permette al giovane medico di integrare i guadagni che derivano dall’esercizio della professione con il Servizio Sanitario Nazionale, raggiungendo il benessere economico.
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